La tensione tra Usigrai e Roberto Sergio ha raggiunto un nuovo apice, alimentata dalle dichiarazioni incendiarie dell’Amministratore Delegato contro Serena Bortone.
In una giornata già carica di polemiche, Sergio ha affermato con fermezza che la conduttrice di “Che Sarà” avrebbe dovuto essere licenziata per la sua condotta durante il caso Scurati.
Le parole di Sergio, che ha definito “inaccettabile” la mancata punizione della Bortone, hanno immediatamente suscitato una risposta veemente dall’Unione Sindacati Giornalisti Rai (Usigrai), che ha definito le affermazioni dell’AD “gravissime e inaccettabili”, soprattutto considerando che un procedimento disciplinare è ancora in corso contro la conduttrice.
Il sindacato non ha perso tempo a ricordare un episodio simile che coinvolge lo stesso Sergio.
Un anno fa, nell’aprile del 2023, quando Sergio era direttore della radiofonia, attaccò pubblicamente su Facebook il direttore di Radio1, Andrea Vianello, accusandolo di “amplificare la violenza”.
Usigrai ha sottolineato l’incoerenza delle parole di Sergio, chiedendosi quale sanzione avrebbe dovuto subire per un comportamento analogo a quello per cui ora invoca il licenziamento della Bortone.
La domanda retorica del sindacato punta a smascherare quella che percepisce come una doppia morale all’interno della dirigenza Rai.
A gettare ulteriore benzina sul fuoco, il noto blogger Gianluca Paganotti, durante un intervento su Radio Stereo Stella, ha affermato che ipotizzare pubblicamente il licenziamento di una dipendente mentre è in corso un procedimento disciplinare ha il sapore della minaccia, un gesto che rischia di influenzare negativamente il clima aziendale e di compromettere la trasparenza del processo stesso.
Paganotti ha proposto una riflessione su una possibile sospensione per Sergio, piuttosto che un licenziamento, per bilanciare la questione con equità e giustizia.
Fa eco al sindacato il senatore del PD Francesco Verducci, che ha definito le dichiarazioni di Sergio “vergognose” e sintomo di “arroganza di un potere che è diventato censura e intimidazione”.
Verducci ha ricordato le precedenti uscite social di Sergio, criticando la sua condotta sui social media durante un Sanremo e in altre occasioni contro il collega Andrea Vianello.
Le parole del senatore sottolineano una percepita discrepanza tra il trattamento riservato a Sergio e quello riservato ad altri dipendenti Rai, evidenziando un clima di favoritismo e iniquità.
L’Esecutivo Usigrai ha inoltre criticato Sergio per aver annunciato il nome del prossimo Amministratore Delegato Rai, Giampaolo Rossi, attuale Direttore Generale, come se fosse una questione già decisa.
Questo annuncio prematuro è stato visto come un segno di onnipotenza e di arroganza da parte della dirigenza attuale, sollevando preoccupazioni sulla trasparenza e sull’integrità del processo decisionale all’interno dell’azienda.
Usigrai ha posto l’accento sulla necessità di rispettare il ruolo del Parlamento e dei prossimi componenti del Consiglio di Amministrazione (Cda), che rischiano di essere esautorati delle loro funzioni in un contesto dominato da decisioni unilaterali.
In conclusione, la vicenda tra Usigrai e Roberto Sergio rappresenta un microcosmo delle tensioni più ampie all’interno della Rai, riflettendo le sfide di governance e di gestione che l’azienda deve affrontare.
Le dichiarazioni di Sergio e le risposte di Usigrai mettono in luce le profonde divisioni e le questioni di equità e trasparenza che devono essere risolte per garantire un futuro stabile e giusto per la televisione pubblica italiana.