Luigi Puccio è stato tra i grandi protagonisti dell’ultima edizione del Salone del Libro di Torino. Alla sua seconda partecipazione alla manifestazione piemontese, l’autore di origini calabresi si è potuto confrontare con diversi appassionati e curiosi, sul suo ultimo libro Human 4.0 la tecnologia per Servizio, da basso verso l’alto (La Rondine) e sulle tematiche trattate. Durante questa partecipazione e quella all’IDM Istituto delle Motivazioni APS di Torino, Luigi Puccio ha potuto presentare il suo libro e toccare quei argomenti a lui cari, come l’essere umano, la sua evoluzione, la sua storia e quel progresso tecnologico che lo vedrà protagonista. Quello di Human 4.0 è quindi un racconto dell’essere umano e della sua avventura su questo pianeta, presentato con estrema semplicità e chiarezza e con la promessa di immaginare il domani che verrà.
Com’è andata questa seconda partecipazione?
È stata un’esperienza fantastica e anche una bella responsabilità. Ho incontrato tante persone curiose e stimolanti. Mi sono confrontato con docenti ed esperti, che incuriositi, hanno scatenato un vero dibattito. Sono riuscito a richiamare tanti giovani e ho conosciuto anche delle persone attratte da quello che dicevo. Mi ritengo soddisfatto da questa esperienza, ho raggiunto lo scopo che mi ero prefissato con il libro!
Qual era questo scopo?
L’obiettivo del libro era di creare curiosità, far si che il lettore si ponga delle domande e decida di creare discussioni e dibattiti. In questa partecipazione ho avuto la conferma di essere riuscito in questo scopo. Ho notato nelle persone tanta curiosità e tanta volontà di capire quello che accadrà al genere umano e al mondo che lo circonda. Spero di riuscire ad incuriosire anche con il prossimo libro.
Dibattito costruttivo, ma qual è la critica fatta che più ti ha incuriosito?
Una critica fatta da un filosofo, dove secondo lui, quello che riporto nel libro, creerà più paura nella gente e non curiosità. In realtà, nel libro io tratto di attualità, non parlo di macchine che prenderanno il sopravvento, ma di un percorso legato ad un qualcosa che avverrà, bisognerà capire solo il suo utilizzo. Un’altra critica fatta, è stata quella di un professore, che si preoccupava del futuro e del gap generazionale che si poteva venire a creare. In questo caso però, sarà utile la formazione di professionisti, capaci di capire e far capire ai docenti e agli studenti, quello che succederà e come succederà.
Per te è stata una responsabilità questa partecipazione?
È stata una bella responsabilità. Sono consapevole che tratto argomenti attuali, ma per molti ancora sconosciuti. Quindi per me è una sfida già presentare un libro e sapere di aver innescato nel pubblico delle domande. Questa partecipazione, in realtà, è una doppia responsabilità per me, sia per il libro che nel rappresentare il padiglione della Calabria. Posso però dire che è stato anche un grande privilegio.
Prima del salone, anche la presentazione all’IDM. Un libro che guarda ai docenti, ma soprattutto ai giovani…
Sono rimasto meravigliato! Sono rimasto colpito dall’attenzione e dal fatto che loro fossero alla ricerca di una guida, di un apripista sul tema dell’evoluzione tecnologica. Ho potuto notare il grande interesse e la grande curiosità derivata dalle mie parole. Io spero che, soprattutto la scuola, capisca che va aggiornato l’attuale sistema, solo così si potrà crescere.
Tornando al libro, in uno dei capitoli fai riferimento alla libertà della crescita. Dove gli insegnanti e i formatori, non devono inculcare delle idee, ma dovrebbero offrire quegli strumenti per far sbocciare gli interessi e i talenti nei più giovani. Solo così si può sperare in una generazione migliore per il futuro?
Esattamente! Sempre nel rispetto delle regole, ma ci deve essere libertà. Solo così si può creare una nuova società di uomini e donne con una visione anche creativa. Educare tirando fuori i talenti del futuro e creando così una nuova società. Bisogna educare gli adulti del domani ad avere attenzione del mondo intorno a noi.
Nel libro tratti diverse questioni, come l’ambiente, il riciclo e l’agenda 2030. In un paese come l’Italia, dove il tasso di fake news è elevato, come si può non cadere nel tranello di queste notizie distorte?
In un momento storico di grande diffusione di notizie e informazioni, un atto rivoluzionario potrebbe essere quello di riuscire a scindere le notizie e le fonti. Bisognerebbe scendere a livello del cuore. Avere la capacità di capire cosa è vero da ciò che non lo è. Solo così si potranno superare le fake news.
Effettivamente nel libro parli spesso di emozioni e di come il cuore possa influenzare le scelte. Infatti, fai riferimento alla metafora della carrozza…
Il cuore, l’intelletto e la volontà devono essere in equilibrio. Solo così l’essere umano può capire e selezionare le cose. Bisogna allineare questi elementi per non creare disarmonia. L’equilibrio è la cosa più importante per l’essere umano.
Equilibrio da trovare anche per la vita sul pianeta…
Questa è una delle grandi preoccupazioni o una delle grandi speranza per il futuro. Mi farebbe piacere, che, i “potenti” del domani, coloro che saranno ai “posti di comando”, siano persone equilibrate per poter così prendere le decisioni migliori per la collettività. Il pianeta non è un luogo da distruggere, ma un luogo da custodire. Mi auguro, quindi, che il futuro dell’umanità sia nelle mani di chi veramente è riuscito a trovare questo equilibrio tra intelletto, cuore e volontà.